La Toscana è famosa in tutto il mondo per le sue bellezze paesaggistiche mozzafiato, per l’immenso patrimonio artistico delle sue meravigliose città d’arte, per i piccoli borghi rimasti sospesi nel tempo.
Ma è famosa anche per la sua grande tradizione enogastronomica, ricca di prodotti iconici esportati in tutto il mondo.
Seppure in questa regione non manchino esempi di eccellenti vini bianchi – la Vernaccia di San Gimignano è stata la prima DOC italiana - la Toscana è famosa soprattutto per i suoi grandi vini rossi, non raramente in testa nelle classifiche mondiali stilate dalle più importanti riviste del settore.
Proviamo allora a mettere ordine nello sconfinato territorio dei vini rossi toscani parlando delle denominazioni più importanti per storia, quelle più famose e quelle in grado di produrre i vini rossi toscani migliori.
Chianti DOCG e Chianti Classico DOCG
Non si può non pensare alla Toscana senza pensare al Chianti. Al Chianti come area, come sottoregione storica le cui origini risalgono al medioevo. Una zona riconosciuta per la sua grande vocazione enologica fin dal tardo Rinascimento, tanto che a questa epoca risale il primo abbozzo di disciplinare sulla produzione del vino italiano.
I vini del Chianti sono vini di carattere come il suo territorio, e come il suo territorio presentano due facce: quella delle aspre rocce di Galestro del Macigno chiantigiano e dei folti boschi, paragonabili con una licenza poetica ai tannini mordaci del Sangiovese giovane; l’altra faccia è quella delle dolci colline icona della Toscana, gentili come il re dei vitigni toscani quando è stato opportunamente affinato.
Il disciplinare prevede che si possa produrre Chianti con Sangiovese in purezza oppure in blend con vitigni autoctoni come il Colorino, il Canaiolo, il Ciliegiolo e il Mammolo e gli altri vitigni ammessi.
Nel Chianti si possono apprezzare vini rossi giovani, riconoscibili dal tipico profumo fragrante di violetta come il Chianti annata, ma anche vini più importanti come il Chianti Riserva e il Chianti Gran Selezione, tipologia recentemente introdotta per produrre vini di maggiore struttura come abbiamo ad esempio a Montalcino.
L’abbinamento ideale è con carne arrosto o i grandi umidi di selvaggina della tradizione toscana, ma anche formaggi stagionati si abbinano ottimamente, soprattutto con la Riserva.
Brunello di Montalcino DOCG
Ancora Sangiovese (clone detto Sangiovese Grosso), stavolta in purezza da disciplinare, per questa che è una delle più importanti denominazioni della Toscana enoica.
Qui si produce uno dei più grandi vini italiani, il Brunello di Montalcino, vino dal lungo affinamento (2 anni in botte + 4 mesi in bottiglia per la base e 3 anni in botte + 6 mesi in bottiglia per la Riserva).
Un vino di grande struttura e longevità, destinato a invecchiare in cantina per lungo tempo regalando una grande complessità all’apertura. Per l’abbinamento valgono grossomodo le indicazioni del Chianti, considerando tuttavia che qui si parte con una struttura più importante.
Vale la pena ricordare che è presente anche una DOC di ricaduta interessante, Rosso di Montalcino DOC.
Riguardo agli abbinamenti migliori con il Brunello di Montalcino vale quanto detto per il Chianti, considerando tuttavia che qui si parte con una struttura più importante. Quindi carni da lunghe cotture, ma anche formaggi molto stagionati.
Vino Nobile di Montepulciano DOCG
Altra denominazione storica toscana di grandissima importanza, quella del Vino Nobile di Montepulciano DOCG ha sofferto della folta e valorosa concorrenza della vicina Montalcino e del Chianti, con le quali quasi confina.
La grande vocazione enologica di questa area è testimoniata dai reperti archeologici qui ritrovati ma anche dalle attestazioni di re e papi nel corso dei secoli che ne apprezzarono la gentilezza.
È ancora il Sangiovese (detto qui Prugnolo gentile) il vitigno principale di questa denominazione, vinificato in purezza o in blend come il Chianti insieme agli autoctoni Colorino, Ciliegiolo, Canaiolo, oppure agli internazionali Cabernet Sauvignon, Merlot.. e gli altri vitigni ammessi.
Il disciplinare prevede due tipologie: Vino Nobile di Montepulciano DOCG annata e Riserva. Da non dimenticare anche la DOC di ricaduta Rosso di Montepulciano DOC.
Sugli abbinamenti migliori con il Nobile di Montepulciano si possono considerare le cose dette per il Chianti e per il Brunello, considerando che solitamente come intensità e struttura siamo in mezzo ai due.
Bolgheri DOC e Bolgheri Sassicaia DOC
Probabilmente il più famoso, il più premiato e ahimè il più contraffatto fra i vini toscani, il Sassicaia è diventato un vino così importante da istituirgli una DOC specifica dopo aver dominato per anni le classifiche globali come vino IGT. Il Sassicaia ha aperto la strada alla fortuna di questa area della Toscana costiera, che a partire da Castagneto Carducci comprende vari comuni dell’area.
Bolgheri ha fatto conoscere e apprezzare al grande pubblico italiano ma anche internazionale i tagli bordolesi toscani, i cosiddetti Super Tuscan (anche se la prima volta il termine fu usato per un Sangiovese in purezza). Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, quindi, ma Bolgheri ha saputo valorizzare anche i vini di un’altra importante regione enoica francese, la Valle del Rodano: Syrah e Viogner su tutti. Questa è l'area dove si producono alcuni dei vini toscani più famosi: Sassicaia appunto, ma anche Masseto, Ornellaia, Messorio, Grattamacco e molti altri.
Morellino di Scansano DOCG
Altra denominazione col mare di fronte, ma con alle spalle un antico vulcano, quella del Morellino di Scansano negli ultimi anni è diventata una fra le più apprezzate fra quelle dei vini rossi toscani. La sua leggerezza, la sapidità portata in dote dal mare, la mineralità dei suoli, i tannini morbidi, lo rendono un vino estremamente bevibile e non impegnativo, incontrando il gusto di tutti i palati.
Anche per questa DOCG il disciplinare prevede due tipologie: Morellino di Scansano DOCG annata e Riserva.
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